Nell’ormai lontano 1987 l’Europa incontra, con due anni di ritardo rispetto al Giappone, il simpatico Super Mario Bros. Il simpatico idraulico della Nintendo è destinato a segnare la storia come mai nessun personaggio nel mondo dei videogames è riuscito a proporsi, diventando un simbolo e incarnando nell’ideale collettivo la parola stessa “videogioco”. Sfortunatamente per loro, i possessori di C64 e Amiga potevano ammirare le avventure di Super Mario solo da lontano: all’epoca infatti non è mai stata rilasciata una versione di questo titolo per le piattaforme Commodore. Al fine di sopperire tale pesantissima lacuna, la casa tedesca Time Warp Production si impegna a realizzare un gioco che ha tanto, anzi troppo, in comune con Super Mario: The Great Giana Sisters.
Chiunque abbia visto anche solo di sfuggita il baffuto idraulico di origini italiane non può che sussultare e pensare immediatamente a una imitazione spudorata: il gioco, si presenta di per sé come una sorta di clone, con il protagonista Mario sostituito da Giana e suo fratello Luigi a sua volta tramutato in Maria. Il risultato di queste somiglianze ben più che sospette porta ovviamente a una causa per plagio della Nintendo mossa proprio poco tempo dopo la pubblicazione di The Great Giana Sisters. La casa Giapponese vince la contesa e il titolo viene ritirato poco dopo essere uscito sul mercato… fine della storia? Neanche per sogno! Le copie vendute sono poche, ma grazie all’instancabile, seppur discutibile lavoro dei cracker, The Great Giana Sisters si espande a macchia d’olio tra i possessori di C64 ed Amiga, sino a divenire ben presto uno dei floppy più in voga tra i videogiocatori dell’epoca.
Al di là della storia piuttosto bizzarra dietro alla realizzazione di questo gioco, va detto come si tratti di un classico Platform con una trama a dir poco semplice in linea con la consuetudine del genere: Giana, una fanciulla originaria di Milano, si addormenta e fa un sogno molto strano al termine del quale si risveglia in un mondo bizzarro, abitato da mostriciattoli vari. Come tornare a casa? Semplicemente trovando un gigantesco diamante magico, dopo aver sconfitto le 14 specie di mostri e scorrazzato per i 32 livelli che compongono il gioco.
Esistono, c’è da dire, diversi passaggi segreti che consentono a Giana di accorciare notevolmente il suo cammino (già sentito qualcosa del genere, vero?). Mano a mano che la nostra eroina avanza, avrà a che fare con gufi, api, occhi striscianti e altri insetti che può sconfiggere, oltre a saltargli in testa senza troppi complimenti, anche contando sull’aiuto di powerup che rendono decisamente meno arduo il cammino della nostra giovane amica. Con il primo bonus ottenibile, Giana riceve una sorta di scossa e, oltre a un simpatico cambiamento nel suo sprite, ottiene la possibilità di abbattere a testate i muri presenti in abbondanza nei vari livelli. Il secondo consente di sparare, il terzo di procurarsi proiettili con mira automatica e via dicendo… A completare il tutto, si inquadrano anche alcuni semplici (e ripetuti) boss che, seppur poco caratterizzati e per nulla carismatici, aggiungono un pizzico di freschezza ai vari livelli di gioco.
Analizzando il gioco sul piano della grafica, possiamo constatare che gli sprite risultano ben rifiniti, i livelli sono colorati e vivaci come per ogni platform dell’epoca. Naturalmente The Great Giana Sisters ha guadagnato parecchio sotto il punto di vista visivo con il passaggio dalla versione del C64 a quella Amiga, logicamente in virtù delle evidenti differenze tecniche tra le due piattaforme.
Uno dei punti forti di questo titolo risulta il comparto audio: la musica composta da sua maestà Chris Hülsbeck risulta davvero azzeccata per il genere di gioco, e si dimostra molto orecchiabile. I due motivetti si alternano irregolarmente di livello in livello e riescono ad accompagnare simpaticamente il progredire dell’avventura.
Chi non era utente sfegatato delle piattaforme Commodore si limita a bollare The Great Giana Sisters come un semplice clone di Super Mario. Se a mente fredda ciò è vero, rimane innegabile per chi ha avuto la fortuna di possedere un’Amiga o un C64, che il prodotto di Time Warp è uno dei platform più piacevoli e immediati di quel periodo. Anche la stessa protagonista, pur non avendo un millesimo del carisma del ben più noto Mario, non merita di essere relegata a copia sbiadita del simbolo Nintendo. Una piccola curiosità: gli sviluppatori all’epoca, oltre ad aver dovuto ritirare dal mercato il gioco, videro bloccare il progetto di un seguito che era già stato in parte sviluppato. Consapevoli che non era più conveniente pestare i piedi al colosso giapponese, Time Warp modificò in tutta fretta la grafica, convertendo il prodotto in una sorta di versione fantascientifica di The Great Giana Sisters, nota in seguito ai videogiocatori con il nome di Hard ‘n Heavy. Ma questa è un’altra storia…